Colon retto: il futuro dell’immunoterapia nei “microsatelliti” (Gianluca Masi)

ESMO CONGRESS 2020 PER L’ITALIA

PIÙ FORTI DEL CANCRO

Colon retto: il futuro dell’immunoterapia nei “microsatelliti”

Gianluca Masi

Professore Associato di Oncologia Medica all’Università di Pisa
Dirigente Medico presso il Polo Oncologico della Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana

Il dolore di aver perso familiari e amici per un tumore è stata la molla che mi ha spinto a scendere in campo contro il cancro. Troppi lutti, troppe sofferenze per colpa di una malattia che all’epoca, quando ero ragazzo, sembrava impossibile da sconfiggere. Non volevo credere che non ci fossero soluzioni, ho deciso di impegnare tutto me stesso e dedicare tutta la mia vita alla sfida contro i tumori. Oggi abbiamo a disposizione tante nuove armi per combattere il cancro ed i progressi in questo campo sono stati davvero importanti: prima del 2000 le novità davvero decisive nella terapia dei tumori arrivavano ogni dieci, quindici anni in media, nei primi anni del nuovo millennio la distanza fra le scoperte realmente significative si è accorciata a cinque anni; oggi gli avanzamenti determinanti nella cura del cancro arrivano a distanza di circa diciotto mesi l’uno dall’altro. Risultati che fanno davvero ben sperare, ma non bisogna farsi illusioni: il tumore è una malattia grave, ancora oggi ci sono innumerevoli sfide aperte e l’altra faccia della medaglia di terapie innovative e sempre più efficaci è l’incremento continuo della diffusione di nuovi casi e l’abbassamento dell’età media della comparsa di molti tumori. La guerra perciò non è ancora vinta e per essere più forti del cancro non dobbiamo mollare: serve affrontarlo in squadra, mettendo assieme le competenze di chirurghi, patologi, oncologi, radioterapisti e così via. E serve migliorare ancor di più le già ottime possibilità di terapia: oggi sappiamo che per esempio non esiste ‘il’ tumore al colon ma che in ogni paziente dobbiamo scoprire quali siano le mutazioni genetiche coinvolte e quindi i bersagli molecolari più adatti da colpire quello specifico tumore. Il futuro è e sarà sempre più entrare nel DNA tumorale, scoprire i punti deboli del cancro nel singolo individuo e quindi intervenire con il farmaco più adatto, efficace ma al tempo stesso meno gravato da effetti collaterali rispetto alle chemioterapie del passato. Il futuro è anche dell’immunoterapia, la strategia che mira a rendere il paziente capace ‘curarsi da solo’ attivando il proprio sistema immunitario contro l’invasore tumorale: l’accelerazione dei risultati possibili con questo approccio è stata enorme, negli ultimi dieci anni, anche se purtroppo non per tutti i tumori. Nel caso delle neoplasie del colon-retto, tumori fra i più diffusi, solo il 3-5 per cento dei pazienti risponde bene all’immunoterapia: si tratta dei soggetti in cui è presente il fenomeno genetico dell’instabilità dei microsatelliti e ora la sfida è capire come riuscire a rendere responsivi all’immunoterapia anche tutti gli altri pazienti. La storia per tanti malati è quindi ancora tutta da scrivere e la lotta non è finita: dobbiamo trovare sempre nuove vie alternative per far sì che i farmaci a bersaglio molecolare e l’immunoterapia possano essere una risorsa utile per la maggior parte dei pazienti con tumore.