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PIÙ FORTI DEL CANCRO
Arriva la Car-T 2.0: stessa efficacia ma minori effetti collaterali
I ricercatori della University of Southern California hanno condotto un trial clinico di fase 1 su 25 pazienti con linfoma refrattario a cellule B, utilizzando la versione rivisitata della Car-T, basata su una una provvidenziale modifica del recettore antigenico chimerico (Car). I dettagli dello studio sono piuttosto complessi, ma a noi basta sapere che la nuova molecola usata come recettore (chiamata CD19-BBz(86)) posizionata sulle cellule immunitarie produce livelli inferiori di citochine e rallenta la proliferazione delle cellule.
“Sindrome da rilascio di citochine” o “tempesta citochinica”. Con queste definizioni viene descritto l’effetto collaterale più temuto dai pazienti che si sottopongono alla terapia Car-T (Chimeric Antigen Receptor T-cell), la rivoluzionaria procedura basata sul rinforzo del sistema immunitario che rappresenta una nuova speranza di cura per alcuni tipi di linfomi e leucemie. La tempesta citochinica consiste in un’”intossicazione” che può compromettere il funzionamento di molti organi ed essere potenzialmente fatale. Ora, gli autori di uno studio appena pubblicato su Nature Medicine annunciano di avere messo a punto una versione più sicura della terapia Car-T che, allontanando il rischio di conseguenze gravi, potrebbe essere somministrata anche in ambulatorio senza necessità di ricovero in ospedale.
In estrema sintesi, ricapitoliamo le fasi principali della terapia: i linfociti T vengono prelevati dal paziente, vengono geneticamente modificati in laboratorio per esprimere sulla loro superficie un recettore (chimeric antigen receptor, in italiano recettore antigenico chimerico) capace di riconoscere le cellule tumorali e infine vengono reintrodotti nel circolo sanguigno del paziente.
Il sistema è ingegnoso e ha dimostrato di funzionare molto bene in alcuni tipi di tumori del sangue. Peccato però che le stesse cellule T ingegnerizzate che attaccano il cancro siano anche capaci di rilasciare molecole come le citochine che scatenano uno stato infiammatorio sistemico accompagnato da una serie di sintomi quali febbre, nausea, mal di testa, aumento del battito cardiaco e difficoltà nella respirazione. Nei casi più gravi può insorgere insufficienza renale, insufficienze a carico di diversi organi e anche l’arresto cardiaco.
I ricercatori della University of Southern California hanno condotto un trial clinico di fase 1 su 25 pazienti con linfoma refrattario a cellule B, utilizzando la versione rivisitata della Car-T, basata su una una provvidenziale modifica del recettore antigenico chimerico (Car). I dettagli dello studio sono piuttosto complessi, ma a noi basta sapere che la nuova molecola usata come recettore (chiamata CD19-BBz(86)) posizionata sulle cellule immunitarie produce livelli inferiori di citochine e rallenta la proliferazione delle cellule.
«Si tratta di un grande progresso, abbiamo realizzato una nuova molecola Car che è ugualmente efficiente nell’uccidere le cellule tumorali, ma agisce più lentamente e con minore tossicità», ha dichiarato Si-Yi Chen del USC Norris Comprehensive Cancer Center e autore senior dello studio.
Dopo aver somministrato la terapia ai 26 pazienti coinvolti nella sperimentazione, gli scienziati hanno osservato che, inaspettatamente, in nessun caso si era verificato un aumento dei livelli di citochine.
Ancora non è chiaro il motivo per cui la nuova versione della terapia Car-t sia meno tossica di quella tradizionale, studi futuri dovranno dedicarsi a comprendere il meccanismo con cui i linfociti T ingegnerizzati interagiscono con l’ambiente circostante. Per ora il risultato dello studio non lascia dubbi: la nuova Car T è più sicura della tradizionale.
Ma è altrettanto efficace?
Nonostante l’obiettivo principale del trial fosse valutare la sicurezza della nuova versione della terapia e non la sua efficacia, i ricercatori hanno constato che 11 pazienti avevano ottenuto una completa remissione della malattia con il trattamento alle dosi standard. Un risultato in linea con quelli della versione originale del trattamento.
«La tossicità è attualmente il più grande ostacolo all’uso della terapia con cellule Car. La mia speranza è che questa versione più sicura della terapia possa un giorno essere somministrata ai pazienti in regime ambulatoriale», ha affermato Chen.