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PIÙ FORTI DEL CANCRO
Tumori, alla ricerca dei segreti del sistema immunitario
Uno dei grandi obiettivi della ricerca scientifica in ambito oncologico, in cui tra l’altro l’Italia è formidabile, è quello di svelare ogni meccanismo del nostro sistema immunitario in rapporto con il tumore. Da qualche anno, passo dopo passo, si iniziano a capire alcuni di questi processi. Come sempre ci vorrà molta pazienza e costanza. La giornalista Sara Pero, sul sito de La Repubblica ne ha parlato con Roberto Fiammengo, che si occupa di questo al Centro di Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Lecce e che è tra i principali autori dello studio pubblicato da poco sul Journal of the American Chemical Society, il prestigioso giornale ufficiale della società americana di chimica. Riportiamo qui il testo dell’articolo, mentre in calce troverete il link all’articolo originale. Buona lettura
Carlo Buffoli
Tumori, verso vaccini terapeutici sempre più efficaci
Sviluppate in laboratorio delle molecole artificiali che consentirebbero al sistema immunitario di ostacolare in modo migliore le cellule malate. Nel team di ricerca anche l’Istituto Italiano di Tecnologia
Istruire il sistema immunitario dei pazienti oncologici a riconoscere le cellule tumorali, per impedire al cancro di ripresentarsi. È questo lo scopo dei vaccini antitumorali terapeutici, un tipo di immunoterapia al quale sta lavorando un gruppo di ricerca internazionale,a cui partecipa anche l’Istituto Italiano di Tecnologia. “Lo sviluppo dei vaccini anticancro si scontra con l’innata capacità delle cellule cancerose di eludere la risposta del sistema immunitario”, spiega Roberto Fiammengo, team leader presso il Centro di Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Lecce e tra i principali autori dello studio pubblicato su Journal of the American Chemical Society. “Ed è proprio in questo contesto che si inserisce l’obiettivo della nostra ricerca: cercare di realizzare una strategia più efficace e mirata per istruire il sistema immunitario del malato a riconoscere le cellule cancerogene e a sviluppare la memoria immunitaria, un passo in avanti che ci consentirebbe di ridurre il rischio di metastasi e recidive”.
“Mimare” il tumore per istruire il sistema immunitario
È ormai nota da oltre 30 anni l’associazione tra una produzione eccessiva o errata della glicoproteina MUC1 e diversi tipi di tumori, come quello del seno, del polmone, del colon-retto, dello stomaco, del pancreas. Per questo motivo negli ultimi anni molti studi hanno cercato di realizzare strategie di immunoterapia efficaci, con l’obiettivo di indurre il sistema immunitario a riconoscere le cellule malate. Una strada certamente promettente, che dovrà però essere ottimizzata. Per farlo i ricercatori hanno realizzato una molecola artificiale – detta antigene – che mima MUC1 in condizioni tumorali: “Abbiamo sviluppato una molecola che ricordasse il più possibile questa proteina alterata – continua Fiammengo -, apportando una piccola modifica nella sua struttura, e abbiamo realizzato delle nanoparticelle d’oro ingegnerizzate che ci consentissero di trasportare l’antigene in maniera più efficiente, riducendo la sua dispersione nell’organismo”.
L’obiettivo del team era cercare di sviluppare una molecola che fosse in grado di essere riconosciuta dal sistema immunitario come pericolosa. Per verificare che questo step dello studio fosse riuscito, il team ha testato l’antigene su dei modelli animali: “Abbiamo condotto una classica campagna di vaccinazione su alcuni topi, somministrandogli l’antigene legato alle nanoparticelle mediante un’iniezione intraperitoneale, facendo tre richiami a distanza di 21 giorni e verificando la presenza di anticorpi specifici contro il nostro antigene nel siero estratto da questi animali”.
Un vaccino per molti tumori
Il passo decisivo e promettente della ricerca, continua Fiammengo, “è stato poi quello di osservare la capacità di questi anticorpi di riconoscere selettivamente tessuti e cellule umane di carcinoma mammario”. Ovviamente la sintesi di antigeni artificiali è una via già percorsa nel campo dei vaccini terapeutici anticancro, “ma questo approccio – fa notare Fiammengo – ha permesso di ottenere un vaccino con caratteristiche nuove che consente di raggiungere una buona stimolazione del sistema immunitario con una dose minore di antigene. La speranza è quella di riuscire a portare avanti questo studio perché se si riuscisse a farlo funzionare sull’uomo, il vaccino antitumorale terapeutico su MUC1 ci consentirebbe di avere sottomano un approccio curativo sulla stragrande maggioranza dei tumori”.
Vaccini terapeutici e preventivi
La strategia messa a punto in questa ricerca potrebbe dunque aprire nuovi orizzonti per l’uso dell’immunoterapia in aggiunta ai trattamenti antitumorali standard nella cura delle malattie oncologiche. Ma negli ultimi anni l’attenzione di alcuni studi è stata rivolta anche all’uso dei vaccini antitumorali preventivi che, come conclude Fiammengo, “vengono utilizzati contro gli agenti infettivi che possono causare alcuni tipi di tumori, come il tumore della cervice uterina nel caso del papilloma virus o il carcinoma epatico nel caso del virus dell’epatite B. A differenza di questi vaccini, nel caso dei vaccini anticancro terapeutici il bersaglio non è un patogeno. Il loro impiego serve a istruire il sistema immunitario a riconoscere e ad eliminare le cellule tumorali in un paziente già malato”.
Sara Pero